Ruggero Savinio: Kore

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La fanciulla che avanza a braccia aperte, sollevando i lembi della veste rossa, sul verde del paesaggio; o procede portando avanti a se’ un fardello di erbe; o distende le braccia sulla testa ad accennare un cerchio; o seduta per terra posa il braccio sul ginocchio di una gamba ripiegata; o china la fronte sulla mano; si svincola a fatica dal verde come da un manto che l’avvolge o da un grembo che la porta e la genera: emerge dalla vasta oscurità parata dei suoi colori. Bisogna rendere il colore più bello possibile – dice Monica – per convincere la figura ad abbandonare la placida oscurità, per attirarla e condurla alla luce, darla alla luce.  Questa cura maieutica è la stessa che animava un pittore che Monica ama, e che anch’io amo: uno che parlava dell’immagine come di un corpo vivente emerso da una buia gestazione. Per gli altri pittori, diceva, l’immagine è un punto di partenza, mentre dev’essere un punto d’arrivo: questo fa sì che nei quadri di quei pittori l’inessenziale emerga e si perda l’essenziale. L’essenziale è il tempo dell’immagine le tracce del cammino che l’immagine porta e esibisce come i suoi veri attributi. Perché, se l’immagine è un’immagine vivente, essa subisce gli assalti, gli attentati del tempo; si espone alla luce e alla nostra contemplazione con un’integrità minacciata e instabile. Forse per questo a una fanciulla, Kore, creatura delicata e fragile, continuamente minacciata dall’oscurità, la pittrice Monica affida il compito di rappresentare la pittura.

La pittura come immediatezza assoluta della significazione, dice Monica, dono che dissolve ogni pretesa di contenuto aggiunto e sovrapposto. Se, come talvolta avviene in questi quadri, la fanciulla si ritrae e resta solo lo spazio della sua apparizione: il paesaggio, Kore – la fanciulla, la pittura – abita per sempre nell’estasi della stagione che nel paesaggio si rivela, e noi lo riconosciamo nell’intrico di forza e di delicatezza, nella trepida sicurezza che la manifesta.

 

In:  Monica Ferrando Kore, Mantova, Publi-Paolini, 1991; catalogo della mostra  Mantova,Casa del Rigoletto, 21 settembre 6 ottobre 1991